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Social Commerce in Italia

I social network sites sono ormai, non solo una fonte infinita di informazioni ma, oggi più che mai, una fonte d’acquisto. Per poter comprendere il fenomeno del social commerce bisogna fare qualche passo indietro e analizzare come negli ultimi anni è cambiato il comportamento di acquisto dei consumatori dei consumatori.

Allo stesso tempo, anche se in Italia il processo è stato molto più lento, il commercio digitale ha conquistato una fetta importante del mercato: una testimonianza concreta è la crescente attenzione da parte del pubblico alla normativa e-commerce che regola il settore.

Social Commerce: i vantaggi

Tra le varie tipologie di piattaforme social commerce, le più utilizzate sono sicuramente quelle dei social network come Facebook, Pinterest e Twitter. Le vendite attraverso questi social possono avvenire in maniera diretta,attraverso ad esempio delle shop tabs, o indirettamente attraverso i referrals sui social network stessi. A questi si affiancano le piattaforme peer-to-peer sales come eBay, Etsy e Amazon Marketplace. Tra le piattaforme italiane, la più famosa è Blomming, che permette a chiunque, singoli individui e aziende, di vendere i prodotti attraverso il proprio sito, blog, pagina Facebook e direttamente sulla piattaforma stessa.

Social Commerce e social shopping: quale la differenza?

«Il social shopping — afferma Gianluca Diegoli — è molto più rilevante del social commerce. I social media sono una componente fondamentale della scoperta, della scelta e della valutazione di un prodotto per la maggior parte dei consumatori. L’azienda deve quindi monitorare e gestire il social shopping (le conversazioni e i contenuti correlati alla vendita) anche se non fa social commerce».

Si tratta però di un’ area in forte crescita e con notevoli margini di miglioramento, soprattutto se confrontiamo i dati del bel paese con quelli Europei. Solo il 4% delle PMI italiane ha un e-commerce, e solo l’1% delle transazioni avviene online: le possibilità di crescita sono enormi.

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